team
Ieri il mio capo, che in effetti e’ un mio collega, parlando di noi, che siamo tra le otto persone (pagate) e le dodici effettive, incaricate di fornire supporto ed assistenza al cliente, mi ha fatto un ennesimo complimento.
Si stava parlando delle solite difficoltà , in particolare del fatto che i capi, quelli veri quelli che organizzano noi miseri ‘consulenti’ e decidono chi va, dove va, da quale cliente, per quale attività , etc. etc. , insomma quei capi li’, hanno deciso di spostare fuori un mio collega, cosi’ uno degli altri “non pagati” lo sostituisce e quindi risulta pagato. ovviamente quello messo ‘fuori’, andra’ in un altro posto, da un altro cliente e quindi col gioco delle tre carte i capi si sono risolti il problema di “fare fatturato”.
Il complimento sta nel fatto che poi, continuando del futuro, di quello che vediamo nel nostro piccolo universo, con i nostri piccoli problemi che sono quotidiani e molto spesso intrisi di tecnicismi e di problemi reali di rapporti con i colleghi delle società che ci sono “ostili”, e sono comunque a stretto contatto con noi e con il nostro lavoro, insomma il mio “capetto” mi ha confidato con fare ammiccante che il team e’ poi composto in realta’ da due persone: il sottoscritto ed il mio “vicino” di banco, gli altri sono tutti un po’ pedine (ed intercambiabili).
Ed io che ribatto prontamente: … no anche tu svolgi il tuo ruolo importante nel gruppo; e non per fare il lecchino, semplicemente per riconoscere un ruolo effettivo di coordinamento ed interfaccia che realemte svolge (oltre a prendersi in prima persona una srie di “cazziatoni”: e’ lui il capo! )
Insomma – la abbiamo presa tutti molto alla larga – ma ci siamo dati la solita pacca sulla spalla per farci coraggio. c’est la vie.